domenica 5 luglio 2015

La pittura è la risposta alla crisi? Fra GAM e PAC pare proprio di si

Qualche tempo fa ho segnalato la mostra estiva della GAM di Milano, che complice UBS e Francesco Bonami propone con Don’t shoot the painter! la pittura come risposta al momento di confusione dei linguaggi degli ultimi decenni. Da giovedì 9 il PAC non sarà da meno, invitando alla lettura della Cina contemporanea attraverso la sua pittura con la collettiva Jing Shen. L'atto della pittura nella Cina contemporanea

Personalmente la mia collezione non vede una grande presenza di artisti cinesi, perché non ho mai avuto modo di avvicinarmi in profondità a questa cultura ed è proprio per questo motivo che trovo che questa mostra avrà molti spunti da regalarmi. In cinese scrivere è dipingere, e viceversa. è il modo più profondo di riflettere e avvicinarsi al mondo dell’arte, tanto che spesso anche installazioni, performance e sculture non posso fare a meno dell’ausilio del mezzo pittorico.


Jing Shen significa consapevolezza del gesto, ma anche forza interiore. Come a dire che è nell’azione, nel gesto, appunto, che si traduce a pieno il momento della riflessione: è nel disegno, nello schizzo a matita che si concretizza la ricerca, l’atto meditativo, dalla tradizione della calligrafia fino ai nostri giorni. 

Per questo motivo vedremo al PAC tre generazioni di artisti confrontarsi e trovare il loro punto d’incontro proprio nel gesto pittorico, sia esso tradotto in veri e propri quadri oppure momento di confronto con altri linguaggi. 

Una mostra da non perdere prima di partire per le vacanze, perché chiuderà già il 6 settembre


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